domenica 9 giugno 2013

MARTIAL WESTERN



Lucius Etruscus nostro storico collaboratore ci propone una carrellata dei principali Western…di argomento marziale

«I cinesi del “kung-fu” sono approdati a Roma» così esordiva una notizia dell’Ansa del 25 luglio 1973: che ci facevano questi cinesi nella Capitale? «Hanno deciso di girare nel nostro paese alcuni film del filone di Hong Kong con salti, capriole e manate micidiali come polpi d’ascia». I giornalisti nostrani erano costretti ad occuparsi di qualcosa che loro consideravano un abominio, e lo spiegavano ripetutamente in tutti i quotidiani e riviste, ma che non potevano ignorare perché il successo di quei “filmacci” aveva infiammato tutti gli italiani. Invece i giornalisti ignoravano che i “cinesi del kung-fu” non erano sbarcati a Roma per propria scelta: erano stati ingaggiati da una produzione italiana per girare un film italiano.

Ma che c’entrano gli italiani con il cinema di kung-fu? Malgrado oggi sia dimenticato, fra il 1968 e il 1975 è esistito un genere che alcuni chiamano “kung fu western” altri “soja western”, ma visto che è stato in tutto e per tutto un fenomeno creato dagli italiani, ho ribattezzato “spaghetti marziali”. Prima che Bruce Lee fosse conosciuto nel nostro Paese, prima che il primo film di arti marziali si affacciasse al nostro orizzonte, prima ancora che David Carradine si presentasse con il suo Kung Fu nel Far West, gli italiani ebbero il coraggio di andare là dove nessun cineasta era mai stato primaAprile 1968, gli spettatori in sala stanno assistendo ad un classico “spaghetti western”, "Oggi a me... domani a te!", diretto da Tonino Cervi e sceneggiato da un giovane Dario Argento. Siamo al finale, quando il buono si scontra con il cattivo. Il buono tira fuori una pistola ma... che succede? Il cattivo non solo è giapponese, ma estrae addirittura una katana! Una spada giapponese in uno “spaghetti western”? Gli spettatori sono allibiti: chissà quanti di loro hanno colto la citazione al contrario de "La sfida del samurai", il celebre film di Kurosawa in cui il buono con la katana affronta il cattivo con la pistola. Il dado è tratto e non si può più tornare indietro. Inizia una serie di piccoli film dimenticati in cui registi italiani si rifanno ai miti del chanbara giapponese - che in fondo è la versione nipponica del western. L’unico film che rimane famoso di questo periodo è "Sole Rosso", co-produzione italo-franco-spagnola che si rifà in buona parte all’italianissimo "Silent Stranger" (non è purtroppo possibile risalire con sicurezza al titolo italiano con cui uscì in sala questo film). Dopo essersi divertiti a fondere giapponesi e western, gli italiani nel 1973 scoprirono qualcosa di grandioso: il cinema di Hong Kong in cui gli attori si pestavano a mani nude. L’esplosione nelle sale italiane fa capire ai produttori che bisogna ora andare per quella via, e addirittura ingaggiano nel nostro Paese un bravo attore come Lo Lieh. Prima ancora che Bruce Lee arrivi in Italia, Lo Lieh è il simbolo del kung-fu e viene gettato in pellicole come "Là dove non batte il sole", affiancato da un altro simbolo immortale come Lee Van Cleef. Mentre nasce il mito "Il mio nome è Shanghai Joe" - un autentico culto all’estero ma pressoché dimenticato in Italia - ci si rende conto che questo è anche il periodo del western comico, dalla coppia Spencer-Hill al Provvidenza di Milian: quindi il genere “spaghetti western” si ammanta anche di scene forse non molto umoristiche ma considerate comiche all’epoca. Proprio una di queste pellicole, nel gennaio 1975, sembra chiudere idealmente questo esperimento italiano: "Il bianco, il giallo, il nero". Un trittico di attori amati dal pubblico - Giuliano Gemma, Eli Wallach e Tomas Milian - accompagna al tramonto il genere “spaghetti western”, e noi lo salutiamo rifacendoci ad una delle battute del personaggio interpretato da Milian in questo film, quando tenta il suicidio: «Qui finisce l’avventura del samurai Sakura».

Per saperne di più, per un viaggio più completo nel sorprendente mondo degli “spaghetti marziali”, vi invito a scaricare gratuitamente il mio saggio breve in eBook: http://luciusetruscus.altervista.org/spaghetti/spaghetti.htm