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sabato 31 agosto 2013

IL PROFESSIONISTA TORNA IN EDICOLA A SETTEMBRE


Quando ho cominciato a programmare ( diverso tempo prima di scriverle effettivamente) le avventure del Professionista avevo  di fronte a me un variegato panorama di fonti di  ispirazione. Certo la spy story avventurosa ma anche quella più tradizionale, ma anche la grande avventura, il  nero scerbanenchiano, lo Sconosciuto e moltissima  altre storie emozionanti che mi avevano accompagnato sin da ragazzo. Facile perdersi di fronte a una tale massa di stimoli che potevano portarti su strade a volte non perfettamente coerenti tra loro. Avevo anche in mente i serial di maggior successo. Fermandomi un istante prima di partire con la fase più tecnica (la scrittura in sé) mi sono chiarito le idee. Il Professionista non sarebbe stato il tipico eroe seriale. Ancora non lo sapevo che da quei primi tre episodi  inizialmente contrattualizzati, sarebbe nata una saga che ha quasi raggiunto i vent’anni e conta tra romanzi e racconti quasi cinquanta episodi. Non volevo assolutamente correre il rischio che la serie, pur trovando una formula vincente, si fossilizzasse. È accaduto a moltissimi eroi della mia giovinezza che escono ancora oggi e con successo però… qualcuno, io a volte, si lamenta che …le storie sono tutte uguali, il personaggio ha perso la sua individualità, relegato a ruolo di semplice testimone di una vicenda. Sin da principio Chance è nato per essere ‘un uomo per tutte le avventure’, un personaggio cioè in grado di essere inserito anche in contesti molto differenti tra loro, dalla spy avventurosa classica a quella più noir, dall’hard boiled, a certe situazioni quasi western(è successo più volte). Uno insomma che potremmo vedere oggi sui più roventi campi di battaglia in medio oriente ma che non sarebbe poi così difficile trovare in una frontiera diversa, più lontana nel tempo. A suo agio nelle metropoli italiane che ormai sono sdoganate come  scenario per il thriller, nella giungla, quanto al polo. Ovviamente si riflette in tutto questo panorama avventuroso il mio gusto, e credo che sia giusto così, perché anche un prodotto seriale, commerciale se vogliamo, deve mantenere l’impronta del suo autore per restare vivo. Da qui è nato l’intreccio di fili che hanno fatto di Chance renard quello che è oggi. La serialità impone che il lettore ritrovi elementi familiari. Ne sono convinto. Ma questo ritorno di facce e situazioni che sono ‘rassicuranti’ per la fantasia del lettore che ritrova schemi a lui cari, non possono e non devono ripetersi in maniera meccanica. E soprattutto con la  stessa regolarità di un metronomo. Mi piacciono le atmosfere orientali, lo sapete. Per anni ho viaggiato in oriente e conosco tutto il mondo anche mitologico che sta dietro a quegli schemi narrativi. Ma anche per i patiti fan dell’esotismo sarebbe noioso se TUTTE le avventure del Prof si svolgessero a Hong Kong. Così come alla fine diventerebbe prevedibile la comparsa dello stesso arcinemico e degli stessi comprimari. Perciò è vero che la continuity dell'universo del  professionista non segue sempre linee regolari. Speso procede su linee parallele come se il personaggio vivesse differenti esistenze in mondi simili ma non sempre perfettamente identici. Il comune denominatore però è il carattere del personaggio che , alla fine, è lo stesso sia che s’incarni nel classico prof, che in Pietrafredda e nelle sue avventure di mala franco-polizziottesca che in Stéphane renard che, alla fine non è altri che Chance trasportato in uno scenario da Bell’Epoque con forse un po’ meno tecnologia ma lo stesso carico di ritmi, pericoli e seduzioni della serie principale. E questa poi s’intreccia con altri miei scritti , con altri mondi avventurosi che ho scritto perché tutto fa parte di un unico caleidoscopio. Mi piace pensare alla metafora dello Yin e dello Yang che realizza un’armonia dei contrari per visualizzare il mondo immaginario del Professionista. Si mescolano gli elementi di riferimento(un’immagine della virilità nel suo significato più basilare, discutibile ma coerente in tutta la saga), comprimari, avversari, situazioni che il pubblico ama ritrovare con qualche sorpresa ogni volta. Perché poi non si può pretendere di cambiare rotta di colpo facendo un reboot troppo drastico se ho abituato per decadi il pubblico a vedere il personaggio in una unica dimensione. I cambiamenti, le variazioni di rotta ci devono essere sempre e comunque. Per questo a volte dei comprimari, benché amati, muoiono. Il lettore deve sedersi su una comoda poltrona confortato dagli elementi base della serie ma un pochi deve chiedersi, cosa ci sarà di diverso stavolta? Io credo sia un buon incentivo per il lettore a ..vedere come va a finire e un ottimo stimolo per il narratore a creare storie sempre diverse. Divertendosi e divertendo. Parola del Professionista.

giovedì 29 agosto 2013

ELYSIUM,FANGO, SUDORE E SANGUE TRA LA TERRA E IL PARADISO


 ELYSIUM

Con qualche diffidenza ho visto Elysium in originale. Versione inglese con sottotitoli olandesi, speravo di capire almeno un cinquanta per cento. Poi c’era il fatto che il precedente film del regista Neil Blomkamp( District 9) non mi aveva convinto moltissimo. E sì, la fantascienza con risvolti sociologici(la civiltà dei ricchi a spesse di quella dei poveri) tende ad annoiarmi. Invece mi sono ricreduto, perché ho capito quasi tutto e il film in sé parte dalla suddetta premessa ma si rivela un gran bel pezzo d’azione. Merito sicuramente di Matt Damon che con gli anni sta sempre più perdendo la faccia da bravo ragazzo americano e diventa ‘roccioso’, ruvido, e di Jodie Foster che con la sua  ‘appuntita’ bellezza con la maturità ha acquisito sfaccettature inedite. Molto bella la rappresentazione della Los Angeles degradata che, mi perdoni il paragone, ha qualcosa in comune con quella di Altieri, e ben strutturato il complotto. Anche tra gli dei si trama, come è sempre successo. Lo jaeger, questa volta, non è un robottone ma un killer spietatissimo che fa  davvero paura. Ha il viso di Sharito Copley appena uscito dalla zombesca  ‘Open grave’, altro film da non perdere questa estate sebbene meno strombazzato dalla pubblicità. Come dicevo il pezzo forte è, malgrado tutto, l’azione, cosa che da un lato forse abbassa il film a puro divertimento distruttivo ma  fluidifica la narrazione, passa sopra gli  inevitabili momenti patetici ( il protagonista  bambino e la sua storiella d’amore con la bimba che ritroverà infermiera da adulto) per consentire allo spettatore l’esperienza di survival tra sudore, polvere, morchia. Insomma quella fantascienza sporca e moderna che ci piace tanto.

 

martedì 6 agosto 2013

ESTATE DA URLO: RICHARD MATHESON


Venerdì 9 agosto 2013, a partire dalle ore 16.00, Fermo Immagine dedica una giornata al ricordo di Richard Matheson, celebrato scrittore di romanzi horror, recentemente scomparso, autore del romanzo I Am Legend, pubblicato in italia col titolo I vampiri (1954) da cui sono stati tratti i tre film che compongono la maratona in programma a partire dalle 16.00: 
L’ultimo uomo della Terra (di Ubaldo Ragona, 1964), 
1975 - Occhi bianchi sul pianeta Terra (di Boris Sagal, 1971) 
Io sono leggenda (di Francis Lawrence, 2007). 


Ospite speciale, alle ore 19.30, prima della proiezione di  “Io sono leggenda” (2007), sarà Giuseppe Lippi, direttore della storica collana URANIA, collana Mondadori di narrativa fantascientifica che nel corso degli anni ha pubblicato i romanzi di Matheson. 


Ecco come Lippi ha ricordato Matheson
Richard Matheson (1926-2013) è stato un narratore dell'interiorità, come tutti i maestri del fantastico che non hanno bisogno di nascondersi dietro uno psicologismo formale, ma possiedono l’invidiabile capacità di mettere in scena direttamente l’anima con i suoi incubi. Pensiamo a Poe e H.P. Lovecraft, ad Arthur Machen e Saki, a un narratore lirico come Ray Bradbury fino agli specialisti Bloch, Leiber e Aickman. Questo non vuol dire che dalle loro fantasiose concezioni l'aspetto dirompente, addirittura visuale sia impedito, anzi il contrario: le pagine di Matheson sono un continuo di scene folgoranti, come si è ben presto accorto il cinema. Il terzo Squalo, i racconti di Poe adattati da Roger Corman, la serie televisiva Ai confini della realtà, il film d'esordio di Steven Spielberg (Duel) portano tutti la firma di Matheson al soggetto o alla sceneggiatura. E alcuni straordinari film di fantascienza vividi come sogni: Radiazioni B-X distruzione uomo (la storia dell'uomo che rimpicciolisce) o la saga di Io sono leggenda, tratta da un romanzo inizialmente noto in Italia come I vampiri. Matheson è un'antenna, un sensore geniale, un artista economico - nel senso di padrone del mezzo come pochi - che ha "ricevuto" e modellato in forma artistica le inquietudini di mezzo secolo di vita americana, usando il fantastico come filtro della propria coscienza.

ESTATE DA URLO CONTINUA

Venerdì 23 agosto, ore 19.00 – LUPI MANNARI D’ESTATE
Venerdì 23 agosto sarà la volta dei lupi mannari con la proiezione di un’autentica rarità come la pellicola italoaustriaca Lycanthropus (1962), di cui in mostra si può ammirare un rarissimo manifesto gigante formato “12 fogli”,  seguito da Underworld – La ribellione dei Lycans (2009).

Venerdì 30 agosto, ore 19.30 – DRACULA MITO E REALTA’
Si chiude in grande stile con i vampiri venerdì 30 agosto, ore 19.30, con un autentico capolavoro come Dracula di Bram Stoker di Francis Ford Coppola (1992). Precede la proiezione un incontro con esperti sul mito di Dracula: dal principe romeno al vampiro.