Danilo Oberti continua la sua avvincente sotria del corpo dei Texas Rangers
I Ranger del Texas nella
rivoluzione texana 1835-1836
Per quanto in origine i
Ranger fossero stati costituiti per contrastare la minaccia delle tribù
indiane, durante la guerra di indipendenza spesso si rivelarono le uniche
truppe ragionevolmente organizzate e pronte ad affrontare i battaglioni
messicani. Durante la battaglia di Alamo, passata alla storia e assunta a
leggenda, una singola compagnia di ranger si unì ai difensori, condividendone
la sorte.
Dopo le sconfitte di Alamo e
Goliad, il generale Samuel Houston ordinò al maggiore Robert Williamson di
riunire le unità di ranger sulla strada di San Antonio, perché agissero da
unità di retroguardia e ricognizione. Unità più piccole rimasero dietro le
linee messicane, assistendo la fuga dei coloni americani, e compiendo azioni di
disturbo.
Con la vittoria alla
battaglia di San Jacinto del 21 Aprile 1836 finiva la guerra di indipendenza,
ma per i ranger non c'era riposo.
La guerra Comanche
Infatti il territorio
Comanche si trovava ormai circondato, a causa del grande afflusso di coloni,
situazione che avrebbe portato ad una
escalation di scontri tra coloni e indiani. In diverse occasioni gli indiani
non sfruttarono la superiorità numerica nei confronti dei ranger, che
riportarono diverse sconfitte, sebbene non disastrose. Poi il 19 Marzo 1840 una
delegazione di sessantacinque comanches si incontrò a San Antonio con una
delegazione texana, per discutere un trattato di pace.
I primi problemi insorgono
immediatamente, dato che gli indiani, contrariamente agli accordi, hanno
portato con loro solo due prigionieri bianchi, un ragazzo messicano e una
ragazza texana. Inoltre i prigionieri mostrano chiari segni di maltrattamenti.
La ragazza, Matilda Lockart, riferisce poi che molti bianchi sono tenuti
prigionieri nel campo comanche.
A questo punto, esasperati, i
texani informano il Capo Muguara che fino al rilascio dei prigionieri, i
delegati indiani si devono considerare come ostaggi. La reazione dei comanche è
prevedibile, e nello scontro a fuoco che segue otto texani e trentacinque
indiani, tra cui Muguara, vengono uccisi.
Il fiasco di San Antonio
rappresenta il momento più buio dei rapporti tra texani e comanche, e da inizio
ad un periodo di intensa attività per le compagnie di ranger. Infatti, a causa delle ristrettezze
economiche, i ranger sono l'unica forza che possa essere schierata e impiegata
dalla giovane Repubblica del Texas. Molti uomini della frontiera sono attirati
dai ranger. La disciplina, intesa nel senso stretto del termine, è di fatto
inesistente, e i comandanti sono scelti dagli uomini stessi per la loro
capacità di giudizio, abilità di combattimento e coraggio. Inoltre i ranger,
come già menzionato, dispongono di armi ed equipaggiamenti propri, pertanto non
gravano sulle già magre finanze statali.
L'incursione di Linville e la caccia ai Comanche
Come già detto, ormai tra
texani e Comanche la guerra è dichiarata. Dopo il Fiasco di San Antonio ormai i
texani si aspettano una offensiva dei bellicosi vicini, e nell'Agosto del 1840
i comanche scendono sul piede di guerra.
Un contingente di almeno
mille guerrieri si muove dagli altopiani verso le pianure colonizzate. Con una
mossa decisamente intelligente, evitano la grande città di San Antonio e
piombano su Victoria, dove uccidono quindici coloni bianchi e riescono a rubare
duemila cavalli. Il bottino è già stupefacente di per se, ma i comanche non
sono soddisfatti, e l'8 Agosto assaltano la cittadina costiera di Linville.
La sorpresa è totale e gli
abitanti, presi dal panico si salvano fuggendo su barche a remi, e rimanendo a
distanza dalla costa, fuori portata dagli archi degli indiani.
Dalle barche osservano i
Comanche che uccidono bestiame, saccheggiano granai e alla fine bruciano tutti
gli edifici.
A questo punto però i texani
cominciano a reagire in maniera organizzata,con tre compagnie di ranger che
entrano in azione. Inferiori di numero i ranger adottano una tattica mordi e
fuggi, tenendo contemporaneamente sotto controllo la forza avversaria. Inoltre
inviano staffette al generale Felix Houston, relativamente alla posizione del
nemico e alla sua direzione.
Paradossalmente le parti si
sono invertite; gli indiani, rallentati sia dal numero che dall'enorme quantità
di bottino razziato, si trovano costretti alla difensiva, mentre i ranger
combattono come i loro avversari, con azioni rapide, e senza scendere dai
cavalli.
A questo punto il generale
Houston ha assemblato una forza mista di regolari, alleati indiani e uomini di
frontiera, e il 12 agosto a Plum Creek, intercetta i comanche.
I texani caricano sul fianco
gli indiani, provocando il caos. La grossa mandria di cavalli razziati presa
dal panico comincia una corsa sfrenata e gli indiani si disperdono in tutte le
direzioni.
Di fatto il piano di Houston non
si realizza. Invece di uno scontro localizzato, dove la superiorità tecnica e
la sorpresa avrebbero potuto infliggere agli indiani una sconfitta disastrosa,
si trova a gestire una battaglia di movimento. Al tramonto almeno ottanta
Comanche giacciono morti sulla prateria, al prezzo di una singola perdita da
parte texana.
I texani trovano sui cadaveri
e nel bottino recuperato diversi cuccioli di alligatore. Si verrà a scoprire
poi che dovevano essere prova che i guerrieri comanche erano giunti al mare.
Da parte texana Plum Creek è
considerata una vittoria schiacciante, e ottiene un risultato fondamentale : i
Comanche non tenteranno mai più azioni di così grande portata, limitandosi a
raid condotti da poche decine di elementi.
Sfruttando l'abbrivio dato
dalla vittoria di Plum Creek, il colonnello John Moore guida nell'autunno dello
stesso anno una compagnia lungo il corso del Rio Grande e attacca uno dei campi
Comanche. La sorpresa è totale e l'intero villaggio viene distrutto, gli
abitanti tutti uccisi. A questo punto, per quanto i raid proseguano, la potenza
guerriera comanche comincia un declino costante.
A questo punto è doveroso
parlare di un personaggio che rivoluziona le tattiche dei ranger, dando loro un
vantaggio fondamentale.
John Coffee Hays ha appena 22
anni quando, mentre lavora come prospettore,
unitosi ad una banda di indiani Delaware, partecipa ad un'imboscata ai
danni dei Comanche.
Il giovane prospettore
osserva con attenzione le tattiche dei Delaware. Coraggioso, freddo in
combattimento e intelligente, Hays ha idee molto precise, sia sulle possibilità
dei ranger, sia sui loro limiti. Uno che si rivela fondamentale è quello
dell'armamento. I Kentuky Long Rifle sono precisi, ma molto ingombranti.
Inoltre essendo armi ad avancarica sono lenti da ricaricare. Spesso i Comanche
provocano i ranger, affinché sparino per primi, per poi impegnarli a corta
distanza con gli archi, sfruttando il tempo morto della ricarica dei fucili.
Nel 1844, Hays riesce a
procurarsi un lotto di Colt Patterson modificate con leva di riarmo. La
Patterson rappresenta un vantaggio fondamentale per i ranger : il tamburo, per
quanto ad avancarica, contiene cinque colpi. Inoltre la versione con leva di
ricarica, permette di cambiare direttamente il tamburo, come in una moderna semiautomatica
viene cambiato il caricatore. Efficace fino a circa cinquanta iarde, la Colt
Patterson viene impiegata per la prima volta da Hays stesso durante uno scontro
lungo il fiume Pedernales. Hays, con soli diciassette uomini, viene assalito da
almeno settanta guerrieri.
Hays non si perde d'animo.
Ordina ai suoi di smontare, e fa aprire il fuoco con i fucili. A questo punto
gli indiani si lanciano alla carica, convinti che i texani siano alla loro
mercé. Ma hanno un'amara sorpresa. Infatti non appena si lanciano al galoppo,
Hays e i suoi rimontano a cavallo e contro-caricano, sparando con i revolver.
Sconcertati, i Comanche subiscono il pieno impatto della carica texana e in
poco tempo le parti si invertono decisamente, con i Comanche in fuga, che lasciano
sul terreno almeno trenta dei loro.
E' riportato che uno dei
Comanche, che riconobbe Hays, disse “Non combatterò più contro Capitan Jack
(soprannome di Hays). Come posso lanciare i mie guerrieri contro qualcuno che
può sparare tanti colpi quanto le dita delle mani?”
John Hays inoltre, sempre
sulla base della sua esperienza di battaglia, rivoluziona i metodi
addestrativi, enfatizzando il tiro da cavallo. Una sagoma grossomodo delle
dimensioni di un uomo veniva posta lungo un tratto rettilineo, e circa quaranta
iarde dopo di essa un'altra. Ogni ranger doveva avvicinarsi alla carica,
sparare col fucile sulla prima sagoma, cambiare arma e usare la pistola sulla
seconda sagoma. Secondo quanto affermato dal ranger John Nicholls all'inizio i
risultati furono scarsi, ma alla fine dell'addestramento, non c'era ranger che
non fosse in grado di colpire entrambe le sagome con precisione.
Hays interviene anche sul
modo in cui i ranger cavalcano, copiando il più possibile quello degli indiani.
Questi nuovi metodi di addestramento e l'introduzione delle Colt sanciscono
definitivamente il tramonto dei Comanche come “Signori delle Pianure”.
L'assorbimento culturale
comporta diverse modifiche nell'equipaggiamento. Ad esempio vengono adottare
selle di tipo spagnolo, coperte messicane, e altri elementi, come borracce e
speroni. Ma sopratutto, dai Comanche, tattiche, e la capacità di leggere il
terreno.
A questo punto un ulteriore e
definitivo cambiamento, ridefinisce l'assetto della regione. La giovane
Repubblica del Texas ha breve vita. Infatti il 29 Dicembre 1845, il territorio
del Texas viene annesso agli USA. Questo atto provoca la guerra col Messico, e
i Ranger si uniscono all'esercito del generale Taylor. Ci sono vecchi conti da
regolare, uno su tutti Alamo.
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