domenica 20 ottobre 2013

RANGERS CONTRO COMANCHES


Danilo Oberti continua la sua avvincente sotria del corpo dei Texas Rangers


 

I Ranger del Texas nella rivoluzione texana 1835-1836

 

Per quanto in origine i Ranger fossero stati costituiti per contrastare la minaccia delle tribù indiane, durante la guerra di indipendenza spesso si rivelarono le uniche truppe ragionevolmente organizzate e pronte ad affrontare i battaglioni messicani. Durante la battaglia di Alamo, passata alla storia e assunta a leggenda, una singola compagnia di ranger si unì ai difensori, condividendone la sorte.

Dopo le sconfitte di Alamo e Goliad, il generale Samuel Houston ordinò al maggiore Robert Williamson di riunire le unità di ranger sulla strada di San Antonio, perché agissero da unità di retroguardia e ricognizione. Unità più piccole rimasero dietro le linee messicane, assistendo la fuga dei coloni americani, e compiendo azioni di disturbo.

Con la vittoria alla battaglia di San Jacinto del 21 Aprile 1836 finiva la guerra di indipendenza, ma per i ranger non c'era riposo.

 

La guerra Comanche

 

Infatti il territorio Comanche si trovava ormai circondato, a causa del grande afflusso di coloni, situazione  che avrebbe portato ad una escalation di scontri tra coloni e indiani. In diverse occasioni gli indiani non sfruttarono la superiorità numerica nei confronti dei ranger, che riportarono diverse sconfitte, sebbene non disastrose. Poi il 19 Marzo 1840 una delegazione di sessantacinque comanches si incontrò a San Antonio con una delegazione texana, per discutere un trattato di pace.

I primi problemi insorgono immediatamente, dato che gli indiani, contrariamente agli accordi, hanno portato con loro solo due prigionieri bianchi, un ragazzo messicano e una ragazza texana. Inoltre i prigionieri mostrano chiari segni di maltrattamenti. La ragazza, Matilda Lockart, riferisce poi che molti bianchi sono tenuti prigionieri nel campo comanche.

A questo punto, esasperati, i texani informano il Capo Muguara che fino al rilascio dei prigionieri, i delegati indiani si devono considerare come ostaggi. La reazione dei comanche è prevedibile, e nello scontro a fuoco che segue otto texani e trentacinque indiani, tra cui Muguara, vengono uccisi.

Il fiasco di San Antonio rappresenta il momento più buio dei rapporti tra texani e comanche, e da inizio ad un periodo di intensa attività per le compagnie di ranger.  Infatti, a causa delle ristrettezze economiche, i ranger sono l'unica forza che possa essere schierata e impiegata dalla giovane Repubblica del Texas. Molti uomini della frontiera sono attirati dai ranger. La disciplina, intesa nel senso stretto del termine, è di fatto inesistente, e i comandanti sono scelti dagli uomini stessi per la loro capacità di giudizio, abilità di combattimento e coraggio. Inoltre i ranger, come già menzionato, dispongono di armi ed equipaggiamenti propri, pertanto non gravano sulle già magre finanze statali.

 

L'incursione di Linville e la caccia ai Comanche

 

Come già detto, ormai tra texani e Comanche la guerra è dichiarata. Dopo il Fiasco di San Antonio ormai i texani si aspettano una offensiva dei bellicosi vicini, e nell'Agosto del 1840 i comanche scendono sul piede di guerra.

Un contingente di almeno mille guerrieri si muove dagli altopiani verso le pianure colonizzate. Con una mossa decisamente intelligente, evitano la grande città di San Antonio e piombano su Victoria, dove uccidono quindici coloni bianchi e riescono a rubare duemila cavalli. Il bottino è già stupefacente di per se, ma i comanche non sono soddisfatti, e l'8 Agosto assaltano la cittadina costiera di Linville.

La sorpresa è totale e gli abitanti, presi dal panico si salvano fuggendo su barche a remi, e rimanendo a distanza dalla costa, fuori portata dagli archi degli indiani.

Dalle barche osservano i Comanche che uccidono bestiame, saccheggiano granai e alla fine bruciano tutti gli edifici.

A questo punto però i texani cominciano a reagire in maniera organizzata,con tre compagnie di ranger che entrano in azione. Inferiori di numero i ranger adottano una tattica mordi e fuggi, tenendo contemporaneamente sotto controllo la forza avversaria. Inoltre inviano staffette al generale Felix Houston, relativamente alla posizione del nemico e alla sua direzione.

Paradossalmente le parti si sono invertite; gli indiani, rallentati sia dal numero che dall'enorme quantità di bottino razziato, si trovano costretti alla difensiva, mentre i ranger combattono come i loro avversari, con azioni rapide, e senza scendere dai cavalli.

A questo punto il generale Houston ha assemblato una forza mista di regolari, alleati indiani e uomini di frontiera, e il 12 agosto a Plum Creek, intercetta i comanche.

I texani caricano sul fianco gli indiani, provocando il caos. La grossa mandria di cavalli razziati presa dal panico comincia una corsa sfrenata e gli indiani si disperdono in tutte le direzioni.

Di fatto il piano di Houston non si realizza. Invece di uno scontro localizzato, dove la superiorità tecnica e la sorpresa avrebbero potuto infliggere agli indiani una sconfitta disastrosa, si trova a gestire una battaglia di movimento. Al tramonto almeno ottanta Comanche giacciono morti sulla prateria, al prezzo di una singola perdita da parte texana.

I texani trovano sui cadaveri e nel bottino recuperato diversi cuccioli di alligatore. Si verrà a scoprire poi che dovevano essere prova che i guerrieri comanche erano giunti al mare.

Da parte texana Plum Creek è considerata una vittoria schiacciante, e ottiene un risultato fondamentale : i Comanche non tenteranno mai più azioni di così grande portata, limitandosi a raid condotti da poche decine di elementi.

Sfruttando l'abbrivio dato dalla vittoria di Plum Creek, il colonnello John Moore guida nell'autunno dello stesso anno una compagnia lungo il corso del Rio Grande e attacca uno dei campi Comanche. La sorpresa è totale e l'intero villaggio viene distrutto, gli abitanti tutti uccisi. A questo punto, per quanto i raid proseguano, la potenza guerriera comanche comincia un declino costante.

A questo punto è doveroso parlare di un personaggio che rivoluziona le tattiche dei ranger, dando loro un vantaggio fondamentale.

John Coffee Hays ha appena 22 anni quando, mentre lavora come prospettore,  unitosi ad una banda di indiani Delaware, partecipa ad un'imboscata ai danni dei Comanche.

Il giovane prospettore osserva con attenzione le tattiche dei Delaware. Coraggioso, freddo in combattimento e intelligente, Hays ha idee molto precise, sia sulle possibilità dei ranger, sia sui loro limiti. Uno che si rivela fondamentale è quello dell'armamento. I Kentuky Long Rifle sono precisi, ma molto ingombranti. Inoltre essendo armi ad avancarica sono lenti da ricaricare. Spesso i Comanche provocano i ranger, affinché sparino per primi, per poi impegnarli a corta distanza con gli archi, sfruttando il tempo morto della ricarica dei fucili.

Nel 1844, Hays riesce a procurarsi un lotto di Colt Patterson modificate con leva di riarmo. La Patterson rappresenta un vantaggio fondamentale per i ranger : il tamburo, per quanto ad avancarica, contiene cinque colpi. Inoltre la versione con leva di ricarica, permette di cambiare direttamente il tamburo, come in una moderna semiautomatica viene cambiato il caricatore. Efficace fino a circa cinquanta iarde, la Colt Patterson viene impiegata per la prima volta da Hays stesso durante uno scontro lungo il fiume Pedernales. Hays, con soli diciassette uomini, viene assalito da almeno settanta guerrieri.

Hays non si perde d'animo. Ordina ai suoi di smontare, e fa aprire il fuoco con i fucili. A questo punto gli indiani si lanciano alla carica, convinti che i texani siano alla loro mercé. Ma hanno un'amara sorpresa. Infatti non appena si lanciano al galoppo, Hays e i suoi rimontano a cavallo e contro-caricano, sparando con i revolver. Sconcertati, i Comanche subiscono il pieno impatto della carica texana e in poco tempo le parti si invertono decisamente, con i Comanche in fuga, che lasciano sul terreno almeno trenta dei loro.

E' riportato che uno dei Comanche, che riconobbe Hays, disse “Non combatterò più contro Capitan Jack (soprannome di Hays). Come posso lanciare i mie guerrieri contro qualcuno che può sparare tanti colpi quanto le dita delle mani?”

John Hays inoltre, sempre sulla base della sua esperienza di battaglia, rivoluziona i metodi addestrativi, enfatizzando il tiro da cavallo. Una sagoma grossomodo delle dimensioni di un uomo veniva posta lungo un tratto rettilineo, e circa quaranta iarde dopo di essa un'altra. Ogni ranger doveva avvicinarsi alla carica, sparare col fucile sulla prima sagoma, cambiare arma e usare la pistola sulla seconda sagoma. Secondo quanto affermato dal ranger John Nicholls all'inizio i risultati furono scarsi, ma alla fine dell'addestramento, non c'era ranger che non fosse in grado di colpire entrambe le sagome con precisione.

Hays interviene anche sul modo in cui i ranger cavalcano, copiando il più possibile quello degli indiani. Questi nuovi metodi di addestramento e l'introduzione delle Colt sanciscono definitivamente il tramonto dei Comanche come “Signori delle Pianure”.

L'assorbimento culturale comporta diverse modifiche nell'equipaggiamento. Ad esempio vengono adottare selle di tipo spagnolo, coperte messicane, e altri elementi, come borracce e speroni. Ma sopratutto, dai Comanche, tattiche, e la capacità di leggere il terreno.

 

A questo punto un ulteriore e definitivo cambiamento, ridefinisce l'assetto della regione. La giovane Repubblica del Texas ha breve vita. Infatti il 29 Dicembre 1845, il territorio del Texas viene annesso agli USA. Questo atto provoca la guerra col Messico, e i Ranger si uniscono all'esercito del generale Taylor. Ci sono vecchi conti da regolare, uno su tutti Alamo.

 

 

 

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