Ci ha lasciato ieri Tom Clancy, a 66 anni, autore di
monumentali romanzi e lunghissime saghe ,ma anche di serie minori e altrettanto
divertenti, passate dai romanzi ai videogames e viceversa. di certo aveva
ancora molte storie da raccontarci. Non uno dei miei principali modelli, lo
ammetto, ma certo un autore di riferimento. Lo definivano il re del
technothriller ma quanta umanità in Jack Ryan che diventa da analista a
Presidente e in quell’indimenticabile Marko Ramius comandante dell’Ottobre Rosso
che anticipava la fine della guerra fredda… Ripercorrere la bibliografia di Clancy è
un’impresa ardua in poche righe. Preferisco soffermarmi sui meccanismi che sono
tipici della spy story moderna, americana, certo un po’ troppo venata di
patriottismo per il nostro gusto europeo ma sempre precisa, attenta al
dettaglio. Al ‘bullone’ che s’incastra perfettamente in una vicenda ad ampio
respiro raccontata con il gusto di descrivere
ogni particolare per offrire al lettore
una visione completa di tutta la storia. E poi la soddisfazione di vedere i
propri eroi approdare al cinema, ai videogames, moltiplicandosi sino a
diventare leggenda. Io credo che, negli ultimi decenni, nella spy story
americana Clancy sia stato un faro da moltissimi imitato e raramente
eguagliato. Un grande narratore, senza pretese autoriali, il che non è poco.
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