sabato 9 marzo 2013

LE ORIGINI DEL KENDO



Attraverso un lungo arco di tempo, il kendo è arrivato fino ad oggi passando via via attraverso una serie di mutamenti, mano a mano che cambiavano la cultura, l'ambiente e le epoche della storia del Giappone. All'inizio si trattava di trovare un modo efficace per combattere tra stati e uomini. Si cercò un metodo razionale per eliminare l'avversario, con un conseguente miglioramento delle armi e l'invenzione di tecniche di combattimento.
Il punto più alto raggiunto dal processo di miglioramento delle armi al tempo dei bushi è rappresentato dalla spada giapponese, mentre il culmine nella ricerca di una tecnica di combattimento efficace forse si può pensare sia rinvenibile in ciò che oggi viene chiamato «kendo». Il kendo di oggi, però, ha subito una profonda trasformazione, per cui si è passati da una tecnica di combattimento per tagliare con una spada l'avversario, ad una serie di tecniche per colpire un compagno con una shinai. Questo mutamento è il risultato di un cambiamento di finalità che il kendo ha subito evolvendo attraverso epoche di pace: da metodo per uccidere un avversario a processo per elevare l'umanità di chi pratica. Si è passati cioè da setsuninto, una «spada che uccide», a katsujinken, una «spada che fa vivere» gli esseri umani.


Tipico del kendo è di usare una shinai come una spada vera e realizzare attacco e difesa in un confronto a due carico di tensione. In quei momenti è necessaria un'attitudine distaccata, all'interno della persona devono fondersi intimamente saldezza e flessibilità. Per riuscire a prevalere nell'istante decisivo è necessario un allenamento che non si limiti a migliorare solo le capacità fisiche del praticante, ma che si ponga il compito più difficile e complesso di armonizzare insieme corpo e spirito. Il kendo deve essere severo, piacevole, gioioso, bello. È importante imparare con animo sincero e fare un po' alla volta esperienza diretta, corporea, del suo fascino. Se si continua la pratica, sicuramente dentro di sé cambierà qualcosa. Il maestro ha già fatto esperienza di questo e cerca di trasmetterne la meraviglia agli allievi.
Se l'allievo arriverà a conoscere il cuore del suo maestro, il kendo potrà essere trasmesso alla generazione a venire.

Testo tratto dal prologo de “Il Kendo come cultura tradizionale giapponese” di Hiroshi Kanzaki (Ponchiroli Editori)

Non perdetevi il kendo a Cartoomics 2013