Danilo Oberti prosegue a raccontarci l’epopea dei
Texas Rangers
In realtà i conti da regolare sono
parecchi. La sconfitta di Alamo è di sicuro la ferita che brucia di più per gli
orgogliosi texani, ma eventi più recenti hanno contribuito a rinnovare l'odio
feroce verso i messicani.
Negli anni immediatamente precedenti il
conflitto, infatti i Ranger vengono impiegati in due spedizioni che hanno per
obiettivo l'annessione alla Repubblica dei territori del Nuovo Messico. Nel
1841 una prima spedizione, piuttosto disorganizzata peraltro, viene
intercettata dai messicani appena dopo il confine.
Catturati, i membri vengono condotti in
catene a Città del Messico, e verranno rilasciati solo dopo un estenuante serie
di trattive diplomatiche.
L'anno successivo la spedizione Mier
ritenta la conquista. Tra gli obiettivi c'è anche la vendetta per l'occupazione
di San Antonio, e per il massacro della compagnia del capitano Dawson
Purtroppo i texani, si trovano quasi
subito circondati da una forza messicana numericamente superiore, e dopo una
coraggiosa resistenza vengono catturati e trasferiti a tappe forzate
nell'entroterra messicano. Durante la marcia, nei pressi di Salado i texani,
guidati da un ufficiale di origini scozzesi, Ewen Cameron, tentano la fuga, che
purtroppo è di breve durata
Inferociti i messicani decidono di
giustiziare un prigioniero ogni dieci, facendo scegliere a caso ai prigionieri
stessi. Chi avesse estratto un sasso nero da un contenitore, sarebbe morto.
Il caso vuole che il capitano Cameron
non sia tra gli sfortunati, ma quando Santa Ana apprende la notizia, ne ordina
la fucilazione. Cameron rifiuta la benda, e apertasi la camicia, da addirittura
l'ordine di sparare.
I sopravvissuti vengono tradotti alla prigione
di Peroté, dove molti altri moriranno di stenti e maltrattamenti
E' su questa base che l'odio texano
continua ad alimentarsi. Quando nel 1846 inizia la guerra col Messico, il Texas
non è più indipendente, ma la memoria è rimasta. Ufficiali e soldati non texani
considerano il nemico messicano con un certo distacco professionale, i texani
letteralmente bruciano d'odio. E quando il generale Taylor, nel luglio 1845 fa
un appello per reclutare volontari, questi non mancano di sicuro. Molti di essi
sono superstiti della spedizione Mier, e vedono la guerra come un'occasione
d'oro per pareggiare i conti.
Vengono formati due reggimenti a
cavallo, al comando Jack Hays, divenuto colonnello, e di George Wood. Questi
reparti erano conosciuti in modo informale come Texas Ranger.
Taylor fa un ottimo uso dei Ranger, sia
come ricognitori che come truppe d'assalto.
Durante l'assedio a Forte Texas, infatti
richiede uomini al reggimento di Hays, per ottenere informazioni sulla forza
messicana, e per comunicare con la piccola guarnigione assediata.
Hays incarica il capitano Walker, che
oltre a fornire un quadro preciso del numero e della disposizione delle forze
messicane, riesce ad attraversare la zona nemica e a penetrare nel forte,
rassicurando i difensori. La guerra col Messico è uno dei primi conflitti
seguiti da corrispondenti, e queste azioni portano Walker ed i suoi uomini
sulle prime pagine dei giornali dell'epoca. Le azioni dei Texas Ranger, come
ormai sono conosciuti dal grande pubblico, sono materiale ottimo per i
cronisti, e hanno un forte impatto sui lettori.
Di fatto i Ranger partecipano a tutte le
battaglie della guerra col Messico, impiegati anche come unità contro
guerriglia per proteggere le linee logistiche e di comunicazione.
Ormai i messicani temono i Ranger,
soprannominati “Los Diablos Tejanos”, i Diavoli del Texas. E i diavoli si
distinguono, in particolare in due episodi, ovvero la battaglia di Monterey e
quella di Buena Vista
A Vera Cruz i rangers combattono come
fanteria d'assalto, al fianco delle unità regolari. La loro furia è
incontenibile. Jack Hays guida i suoi uomini e riesce a penetrare in città.
Usando piedi di porco e mazze i ranger sfondano i muri di stucco delle case, e
ingaggiano i messicani a breve distanza e in corpo a corpo. Addirittura
rifiutano di eseguire un ordine di ripiegamento dato da Taylor, che vuole
bombardare una zona della città con artiglieria pesante. Fortunatamente nessun
ranger viene ucciso o ferito dal bombardamento, e l'assalto continua fino a che
il comandante messicano, Generale Pedro de Ampudia, chiede i termini di resa.
Secondo le testimonianze dei soldati
regolari, se non fossero intervenuti i rangers, i messicani avrebbero potuto
infliggere forti perdite all'esercito USA.
Dopo questo scontro, molti dei ranger
tornano in Texas, dato che la loro ferma è scaduta.
Secondo la testimonianza di un ufficiale
dell'esercito USA, la loro partenza viene vista con un certo sollievo; infatti
l'odio per i messicani ha portato a episodi di maltrattamenti e razzie ai danni
della popolazione civile, un triste saldo dei conti, che non fa certo onore ai
rangers.
Ma le azioni dei ranger non sono
terminate. Infatti quando l'esercito del generale Taylor viene ridotto a
cinquemila effettivi, per rinforzare un'azione del generale Scott, Santa Ana
vede una splendida occasione di infliggere una sconfitta cocente agli
americani. Assemblato un contingente di ventimila uomini, attraversa a tappe
forzate il deserto da San Luis Potosì a Encarnacion. Al termine della marcia,
compiuta in condizioni estreme, a Santa Ana rimangono sedicimila effettivi, più
che sufficienti a distruggere le forze di Taylor.
Ancora una volta i ranger si muovono per
aiutarlo, e una compagnia, comandata dal maggiore Ben McCulloch si unisce al
contingente regolare.
Per quanto i rapporti tra le due forze
siano ancora problematici, Taylor non può permettersi di essere schizzinoso ;
ha bisogno di ogni veterano possibile, e sa per certo che i rangers possono
fare la differenza, sopratutto come ricognitori.
E il maggiore McCulloch riesce a farla
davvero. Prima, intercettando e distruggendo una unità di cavalleria messicana,
dimostrando quindi che il nemico è a distanza utile per colpire e dopo
raccogliendo informazioni in una maniera che rasenta le fantasie di un romanzo.
Infatti dopo lo scontro, Taylor ordina a
McCulloch di uscire in ricognizione e di trovare il grosso dell'esercito di
Santa Ana.
Con soli sette uomini McCulloch si muove
protetto dall'oscurità e riesce ad avvicinarsi al campo messicano a
Encarnacion. Dopo aver fatto una stima basata sulle dimensioni
dell'accampamento, manda il suo secondo e cinque dei suoi uomini al campo di
Taylor per fare rapporto, rimanendo sul posto con un solo ranger.
Più si avvicina l'alba più per McCulloch
è possibile acquisire informazioni, sopratutto contando e identificando gli
stendardi dei reggimenti messicani, ma cresce anche il pericolo di essere
scoperto dalle sentinelle.
A questo punto l'ufficiale decide di
giocare d'astuzia. Aiutato dal fatto che molto dell'equipaggiamento dei ranger
è di foggia messicana, passa col suo compagno letteralmente sotto il naso delle
sentinelle messicane, che scambiano i due cavalieri per due rancheros addetti a
controllare i cavalli. Una volta portatisi fuori dal raggio dei fucili
messicani, i due scattano al galoppo, e tornati al campo americano, forniscono
ulteriori informazioni al generale Taylor. Grazie alle informazioni dei texani,
Taylor decide di attestarsi in uno stretto passaggio tra le montagne a circa
otto miglia a sud di Santillo. Qui tra il 22 e il 23 Febbraio 1847 viene
combattuta la battaglia di Buena Vista. Le perdite sono ingenti da entrambe le
parti, ma Santa Ana ormai ha perso il vantaggio della sorpresa e vista
l'impossibilità di rompere le linee americane si ritira.
Taylor ha riportato ancora una vittoria,
grazie all'azione coraggiosa dei rangers di McCulloch. Con il trattato di
Guadalupe, il conflitto col Messico si conclude. Il Texas è ormai parte degli
USA, e il confine viene riconosciuto dalle due parti sul Rio Grande.
Ancora una volta, i Ranger tornano alla
vita civile, Hays ad esempio tenterà la fortuna nella Corsa All'Oro, ma i loro
nemici tradizionali, i Comanches, non sono ancora finiti.
Il governo Usa ha istituito procedure
per affrontare e rapportarsi con gli indiani, ma queste si rivelano inefficaci.
L'uso della fanteria regolare si rivela un fallimento, e nemmeno i Dragoni
possono essere considerati alla pari dei Comanche, da molti ritenuti tra i
migliori cavalleggeri esistiti.
La situazione si trascina fino al 1849,
quando viene dato il permesso al generale Brooke di arruolare alcune compagnie
di Ranger. Nel 1852 la forza complessiva ammonterà a sei compagnie, impiegate
per contrastare sia i nativi che i banditi
A ulteriore rinforzo, nel 1852 vengono
poste in operazione altre tre compagnie, anche se i rapporti con le forze
regolari restano sempre piuttosto problematici
Questa situazione porta, dopo diversi
rifiuti del Ministero della Guerra di considerare regolari i Rangers, ad un
ruolo sempre meno “militare” e più di forza territoriale.
La distinzione è piuttosto labile, nei
termini soprattutto delle operazioni : basti pensare alla spedizione
Callahan.Nel 1855 il governatore Pease decide di armare tre compagnie di
Rangers per affrontare la minaccia delle incursioni Apache. Sotto il comando di
William Callahan, i Ranger entrano in Messico, ignorando bellamente il confine,
e danno la caccia agli indiani, nonostante le autorità messicane tentino di
fermarli.
Il contenzioso sfocia presto in uno
scontro aperto, dove i texani, oltre agli Apache, affrontano unità regolari
messicane, arrivando ad occupare temporaneamente la cittadina di Piedras
Negras, distruggendo diversi edifici e ritirandosi solo di fronte alla
preponderanza della forza avversaria.
Definire l'azione di Callahan incidente
diplomatico è perlomeno riduttivo. Entrambi i governi, Usa e Messico, sono
furibondi col governatore Pease, che però testardamente si schiera coi Ranger.
Questo episodio è importante perché stabilisce un precedente : infatti i Ranger
da questo momento in poi si cureranno ben poco di rispettare i confini
messicani, privando indiani e banditi dei propri santuari.
Nel 1858 un nuovo governatore, Hardin
Runnels ordina al capitano Ford di rendere sicuri i confini nordoccidentali.
Alla testa di una forza di 213 uomini, Ford attraversa il fiume Rosso, e
attacca un villaggio comanche. E' importante segnalare una particolarità,
ovvero il fatto che il contingente comprenda anche diversi indiani Tonkawa,
guidati da Capo Placido.
Indiani di questa etnia spesso si
univano ai Ranger nelle spedizioni contro i loro nemici storici, ovvero i
Comanche
Il 12 Maggio Ford arriva in vista di un
grosso insediamento sul fiume Canadian e lo attacca. I Comanche caricano, ma senza successo.
Almeno settantasei guerrieri restano sul terreno, tra cui un noto stregone
soprannominato “Giacca di Ferro”. I Ranger perdono due uomini, e altri tre
restano feriti. L'anno successivo la compagnia di Ford si trova a combattere a
sud, contro i ribelli messicani guidati da Juan Cortina.
Questa volta però, sebbene i Ranger
continuino ad attaccare e a compiere raid oltreconfine, non si arriva ad un
risultato, e la guerriglia messicana continuerà ancora per diversi anni a
venire.
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